Ciclomotori con libretto estero

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    imbennatore esperto

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    Visto che molti di noi pensano di fare container dal giappone, o comprare Cub immacolati etc. ho pensato di andare a cercare la legge, e a quanto pare non è dalla nostra parte. Riassumo brevemente: se siete residenti all'estero e circolate in italia con un motorino targato e assicurato all'estero, allora ok, MA, se siete residenti in italia, non potete circolare con un motorino con il libretto straniero.

    Di seguito il testo del codice:

    Anche secondo la Convenzione di New York si può definire un veicolo immatricolato all’estero in regime di temporanea importazione qualora, utilizzato nel territorio italiano per un periodo non superiore a sei mesi l’anno e per uso privato, sia condotto esclusivamente dal proprietario (residente all’estero) oppure da un altro residente all’estero che sia parente entro il terzo grado del proprietario o munito di delega.
    In altri termini, nel caso in cui un ciclomotore sia immatricolato in uno Stato estero o comunque riporti una targa o contrassegno di riconoscimento rilasciato all’estero, non può essere legittimamente condotto da una persona residente in Italia, perché in questo caso il veicolo non potrebbe essere considerato in circolazione internazionale e dovrebbe essere pertanto soggetto alla normativa nazionale italiana relativa ai ciclomotori, compreso l’obbligo di targatura e di rilascio del certificato di circolazione.
    La persona non residente in Italia, infatti, può del tutto legittimamente (anche se, preme evidenziarlo, del tutto eccezionalmente ed in seguito ad una deroga prevista nelle convenzioni internazionali e recepita dalla prassi ministeriale) portare e condurre il proprio ciclomotore estero nel nostro Paese (superando i confini territoriali in circolazione oppure, come spesso avviene, trasportandolo mediante autoveicoli per utilizzarlo durante i periodi di villeggiatura o turismo), poiché in questo caso il veicolo è considerato in circolazione internazionale e quindi escluso dall’applicazione della normativa italiana; tuttavia, qualora il ciclomotore estero fosse condotto da una persona residente in Italia, verrebbero meno le suddette condizioni e si renderebbe necessaria la completa applicazione della normativa italiana, comprese le sanzioni previste dai commi 7 ed 8 dell’articolo 97 del codice della strada per la circolazione con un ciclomotore per il quale non è stato rilasciato il certificato di circolazione e sprovvisto di targa.
    Naturalmente, nel verbale di contestazione dovrà essere adeguatamente specificato che il ciclomotore, munito di documenti e targa o contrassegno esteri, è condotto da una persona residente in Italia, pertanto la circolazione, non potendo essere considerata internazionale, può essere consentita soltanto con la targa ed il certificato italiani attualmente previsti dalla normativa vigente nel nostro Paese (le stesse considerazioni, comunque, erano perfettamente valide anche con il contrassegno di identificazione ed il certificato di idoneità tecnica previsti nella precedente formulazione dell’articolo 97).
    Le stesse sanzioni, infine, andranno applicate anche negli altri casi di violazione delle condizioni contenute nella Convenzione di New York, secondo la quale il veicolo può essere utilizzato nello Stato terzo soltanto per un periodo non superiore a sei mesi l’anno e per uso privato e può essere condotto esclusivamente dal proprietario residente all’estero oppure da un altro residente all’estero che sia parente entro il terzo grado del proprietario o sia munito di apposita delega.


    Edited by Bat Mamphio - 14/4/2011, 14:16
     
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  2. senzala
     
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    ben fatto, mi è capitato di vedere dei trike circolare con targa estera ma condotti da autoctoni, uno volevano anche vendermelo con targa del belgio, in quel caso avrei dovuto pagare una voltura senza nuova immatricolazione? so per certo che qualche assicurazione ha anche assicurato veicoli con targa straniera, se hai modo, potresti cercare anche le circolari isvap inerenti a targhe straniere?
    ciao
     
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  3. R.M.
     
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    praticamente puoi comprare ad esempio un auto in germania e tenerla con targa tedesca e assicurarla in italia per non più di 12 mesi ma dato che lo stato si è reso conto che molti lo fanno per non pagare il bollo e che dopo la rivendono.... c'è il progetto di cambiare questa cosa... ma per ora mi risulta che si possa ancora
     
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    imbennatore esperto

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    La legge dice che devi avere la targa del paese dove sei residente.

    Se io compro un auto all'estero posso intestarla a me all'estero, ma solo per un breve periodo e generalmente con targa EE (escursionista estero).
    Sulla targa c'è la data di scadenza.

    I 50 all'estero sono generlamente targati e intestati, come i nuovi in italia con targhino a 6 cifre. Quindi quando, supponiamo, un inglese vende il mezzo a un italiano, l'italiano deve intestarselo in inghilterra, ma dopo un tot credo che la sua targa inglese scada, proprio poichè non è residente.

    Mio padre quando vivevamo all'estero, se comprava una macchina in italia, doveva addirittura far fare una traduzione giurata del libretto italiano (da una delle tante società di traduzione riconosciute nel paese dove ti trovi), andare alla motorizzazione locale, e far fare l'immatricolazione.

    Ecco, dalla convenzione di Vienna del 68, che regola tali leggi in europa, credo valga lo stesso in Italia.
     
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3 replies since 31/1/2011, 17:34   613 views
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